L'Ambasciatore Li Junhua presenta le rimostranze alla Farnesina riguardo le sanzioni europee alla Cina con la scusa della questione dei diritti umani dello Xinjiang
2021/03/25
 

Il 24 marzo, l'Ambasciatore Li Junhua ha presentato le rimostranze al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano in merito alla decisione dell'Unione Europea di imporre sanzioni unilaterali alla Cina con la scusa della presunta questione dei diritti umani nello Xinjiang.

 

L'Ambasciatore Li ha affermato che l'Unione Europea, sulla base di menzogne e disinformazioni fabbricate ad arte in chiave anti-Cina, ha applicato sanzioni unilaterali contro individui ed entità cinesi con la scusa della presunta questione dei diritti umani nello Xinjiang.

 

Queste misure da parte europea sono un'alterazione della realtà, trasformano il bianco in nero e rappresentano una brutale ingerenza nella politica interna cinese. Inoltre, violano apertamente il diritto e le norme delle relazioni internazionali e danneggiano gravemente le relazioni sino-europee. La Cina ha rifiutato fermamente e condannato con forza queste misure e intrapreso le necessarie contromisure.

 

L'Ambasciatore Li ha sottolineato che Cina ed Unione Europea sono partner strategici globali il cui compito prioritario al momento è quello di contenere la pandemia e promuovere la ripresa. Per tale fine le due parti devono rafforzare la comunicazione e la cooperazione. Al contrario, invece, l'UE ha messo in atto sanzioni contro la Cina, peggiorando le relazioni bilaterali.

 

Il popolo cinese si attiene al principio "se ricevo uno, dò in cambio dieci", ma al contempo anche a "se qualcuno mi offende, io rispondo sicuramente". La volontà e la determinazione della Cina nel salvaguardare la propria sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo sono ferme e incrollabili. Facciamo appello alla controparte europea perché faccia un esame di coscienza e corregga gli errori commessi, evitando di spingersi oltre nella direzione sbagliata.